THE RESCUE
IN TRAPPOLA NEGLI ABISSI
In sala solo il 16-17 MAGGIO 2022
L’incredibile storia del salvataggio di dodici ragazzi e del loro allenatore di calcio dalle profondità della grotta thailandese di Tham Luang.
Distretto di Mae Sai, Thailandia. Il 23 giugno del 2018 un’improvvisa, violentissima pioggia, sorprende dodici ragazzi tra gli 11 e i 16 anni. Stanno festeggiando con il loro allenatore di calcio e si riparano dentro la grotta di Tham Luang, dove rimangono bloccati, mentre il livello dell’acqua si innalza a una velocità impressionante. La prima preoccupazione dei soccorritori è pompare l’acqua fuori e deviare il corso di quella pluviale; salvare il gruppo sembra un’impresa impossibile. Il governo e le forze armate thailandesi si mobilitano, ma né i Navy Seals, il reparto speciale dell’Esercito Reale Thailandese, né le unità speciali dell’aviazione statunitense hanno l’esperienza che quel tipo di intervento richiede. Il caso rimbalza nei programmi d’informazione nel mondo, centinaia di volontari si attivano e un gruppo spontaneo e amatoriale di speleologi subacquei si mette a disposizione: vorrebbero tentare di immergersi per capire se i tredici sono ancora vivi e se si può riportarli in superficie. Con gli occhi di tutto il mondo addosso e la minaccia di critiche in caso di fallimento, il governo deve decidere se affidare loro l’impresa.
Jimmy Chin (fotografo di “National Geographic”, che produce) ed Elizabeth Chai Vasarhelyi sono già coautori dell’estremo premio Oscar Free Solo, sul climber Alex Honnold.
Molti elementi, tutti rilevanti, si intersecano e si armonizzano nel loro film: il conflitto diplomatico tra autorità, nazioni, competenze, le gerarchie di potere; l’emotività globale generata dal caso di cronaca e la pressione mediatica sui soccorritori e le autorità locali, l’imprevedibilità del fattore metereologico; l’elemento spirituale, sia nella “personificazione” tra la montagna e la principessa di un’antica leggenda, sia nella preghiera che accompagna quei giorni di ansia collettiva. Sopra tutto, la doppia sfida, umana e tecnica, dell’ispezione speleologica.
Con un’alta definizione delle immagini e l’andamento diaristico lungo un arco di diciotto giorni tesissimi, The Rescue definisce e circoscrive con la stessa precisione le caratteristiche psicologiche, le paure e l’altruismo della squadra di volontari: uomini comuni, timidi, a volte anche sbeffeggiati per il loro hobby eccentrico, solitario e artigianale, che allena a un rigoroso controllo delle proprie capacità: come l’introverso pompiere in pensione Rick Stanton, o il consulente informatico John Volanthen, il medico coscienzioso Richard Harris e il freddo Chris Jewell, il cui distacco si rivela eppure risolutivo.
Convivono bene tra loro gli archivi televisivi dei fatti, registrati in loco, le interviste realizzate ad hoc alla distanza, i video realizzati in immersione e le relative ricostruzioni, le mappe interattive, le riproduzioni in 3D dell’intricata struttura della grotta e le animazioni che rimandano all’arte tradizionale Thai.
The Rescue celebra la fiducia nelle possibilità del singolo e insieme la potenza del gruppo, di cui è prova il nutrito cast istituzionale coinvolto. Se da una parte la colonna sonora di Daniel Pemeberton, in particolare la canzone “Believe” di Aloe Blecc, lavorano al coinvolgimento emotivo di chi guarda, il film smorza, anche con una sintetica conclusione, ogni tentazione di esaltazione eroica (se non il sacrificio del sottufficiale Saman Gunan) e festeggia e illumina una conquista di molti, coalizzati per raggiungere un obiettivo comune.