In sala solo da giovedì 11 a mercoledì 17 MAGGIO.
REPLICHE DAL 18 AL 21 MAGGIO 2023
Versione doppiata in italiano
Ingresso a tariffa intera € 10,00
Dopo essersi iscritto alla Shohoku High School, Hanamichi si interessa a una ragazza di nome Haruko che ama il gioco del basket.
Ryota Miyagi è in seconda liceo, alto 1,68 cm e naturalmente play della Shohoku. Veloce con i piedi, ambidestro con le mani, passatore sublime tra un no look, un laser pass e un alley-oop distribuiti come cioccolatini per i compagni. Poi ci sono gli altri: Takenori Akagi, C, capitano e roccia su cui è costruita la tenuta della squadra; Hisashi Mitsui, SG, stella delle medie che si era persa nel cambio di scuola e di vita; Kaede Rukawa, SF, il predestinato che sa di esserlo e non lo nasconde; Hanamichi Sakuragi, PF, l’anima del quintetto che tra una smargiassata e un rimbalzo sposta sempre in avanti il cuore del gruppo. Questa è la squadra di basket del liceo Shohoku, questa è la storia, soprattutto, di Ryota, nativo di Okinawa, che dopo la morte del fratello maggiore Sota in un indicente in mare, decide di dedicarsi al basket cercando di soffocare il dolore della perdita e l’impotenza di continuare a vivere.
Il mito di “Slam Dunk” è ancora vivo e vegeto in Giappone come in tutto il resto del mondo, per un manga che ha fatto parte della vita di molti di noi.
Qual è il tempo del basket? Quattro periodi da dieci minuti ciascuno, ventiquattro secondi ad azione, tre secondi difensivi. Questo è quello che c’è fuori, dentro ognuno ha il suo ritmo circadiano diverso e irriducibile, e se sei uno degli dei di questo sport allora riesci a piegare ogni cosa alla tua legacy – i 13 punti in 35 secondi di Tracy McGrady contro gli Spurs, le 10 apparizioni consecutive in finale dei Celtics, Kevin Garnett che salta il college e approda direttamente in NBA, le 22 stagioni da professionista di Vince Carter, i 38.000 and counting punti di LeBron James…
Ed è proprio il tempo il motore primo di quel pezzo di vita e di sport che è Slam Dunk, un tempo-ingranaggio, un tempo-primordiale iniquo, crudele, impietoso. Lo sa bene Takehiko Inoue, il mangaka dietro un altro monolite come “Vagabond” e che al basket ha dedicato due successivi spokon (gli shonen a tema sportivo), “Buzzer Beater” e “Real”. Lo sa bene perché anche lui è stato un giocatore di basket al liceo, un atleta mediocre che ha visto più sconfitte che vittorie, più schiacciate in faccia che appoggi a canestro, ed è così che ha fatto finire nel 1996, dopo sei anni di successi scala-classifica, Slam Dunk – il tiro sulla sirena per battere il liceo Sannoh e poi la polvere della partita successiva in una scarna didascalia, un’ultima vignetta e la fine del viaggio di Sakuragi e compagni…