PAOLO COGNETTI. SOGNI DI GRANDE NORD

PAOLO COGNETTI. SOGNI DI GRANDE NORD

In sala solo il 7-8-9 GIUGNO 2021

Un percorso originale e dal potente impatto visivo, sulle orme di Ernest Hemingway, Raymond Carver, H.D. Thoreau, Jack London, Herman Melville e Chris McCandless di Into the Wild, in un viaggio letterario ed emozionante dalle Alpi all’Alaska.

Nel 2019 lo scrittore Paolo Cognetti, autore di “Le otto montagne” (premio Strega 2017) progetta con l’amico Nicola Negrin, illustratore, un viaggio carico di significati. L’itinerario è definito dai luoghi legati agli scrittori più amati da Cognetti: da Milano i due volano verso gli Stati Uniti, a Port Angeles (nello stato di Washington), dov’è sepolto Raymond Carver, passando per i territori dello Yukon in cui Jack London ha composto Il richiamo della foresta, tra suggestioni di Herman Melville ed Ernest Hemingway. Fino al Denali National Park, in Alaska, al Magic Bus che fece da casa a Christopher McCandless, il protagonista di “Nelle terre estreme” di John Krakauer reso celebre dal film Into the Wild di Sean Penn. È infatti attraverso quella visione che Cognetti, classe 1978, a trent’anni ha scoperto Henry David Thoreau e sposato quella scelta, se pur con minor radicalità. Tanto che in apertura rielabora proprio un passo da Walden ovvero vita nei boschi di Thoreau.

Scritto da Paolo Cognetti, Dario Acocella e Francesco Favale, il film esplicita ed esalta l’identificazione dello scrittore con McCandless: anche lui ragazzo studioso che, in maniera incomprensibile ai più, ha lasciato la città, simbolo di ipercinesi e produttività, per l’isolamento (metà dell’anno in Val d’Ayas, in Val D’Aosta).

A dieci anni da quella decisione, per costruire questo viaggio di ricerca in sé, come una sorta di confessione condivisa, opta per una narrazione che alterna la presa diretta alla voice over, sempre e in prima persona, e a tratti preponderante sulle immagini. Fin dalle prime inquadrature, con una citazione di Sentieri selvaggi di John Ford, omaggio al mito della frontiera americana, si dichiara la letterarietà di questo on the road meditativo che prosegue la sua vita in una serie di podcast e che, tra paesaggi naturali maestosi e spostamenti lenti e ben ponderati, muove da quesiti esistenziali. Su tutti, la contraddizione tra l’attrazione verso una vita più solitaria e contemplativa e il naturale desiderio di relazioni umane, affrontata negli incontri sul percorso: con una coppia di amici di Nicola e con la scrittrice canadese Kate Harris.

Il regista Dario Acocella alterna campi lunghissimi, seguendo con droni il camper isolato in un paesaggio che lo sovrasta, e piani più ravvicinati, inseguendo il testo e immaginando i due viaggiatori come pionieri di un western contemporaneo, tra l’attraversamento a piedi di un fiume e una confessione con birra davanti al fuoco.

Non senza una certa enfasi sui gesti del contemplare e dello scrivere, come in un atto sacrale di ringraziamento, riconoscenza e riavvicinamento verso natura e letteratura e il loro potere di riportare tutto all’essenziale.

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