ITALIA 1982, UNA STORIA AZZURRA

ITALIA 1982

UNA STORIA AZZURRA

In sala solo l’11-12-13 LUGLIO 2022

Il trionfo dell’Italia nei mondiali dell”82 in un documentario dalle immagine inedite.

Quando la nazionale italiana di calcio lascia il paese alla volta della Spagna, dove si giocano i campionati mondiali del 1982, il clima è prima disinteressato e poi, dopo tre pareggi iniziali, addirittura ostile nei confronti di una squadra che non convince e le cui convocazioni suscitano dubbi, a cominciare dal centravanti Paolo Rossi che non gioca da due anni. Messi di fronte all’ultimo appello in una partita decisiva contro l’Argentina di Maradona, gli azzurri si lanciano però in una cavalcata sorprendente e trionfale che nessuno si aspettava.

Pochi momenti sportivi nella nostra storia sono così cinematografici come l’urlo di Tardelli, immagine simbolo di un torneo, di una generazione e di un’epoca intera.

Ma tutto il mondiale del 1982 possiede in realtà la struttura drammatica perfetta, così imprevedibile nel suo rovesciamento che trasforma le tensioni e gli stenti iniziali in una incredibile vittoria finale, a Madrid contro la Germania Ovest.
Lo racconta nel quarantennale del trionfo la Stand by me di Simona Ercolani, la quale rielabora per il cinema la ricetta televisiva che rese celebre Sfide.
Si inizia dal punto più delicato, la fine del primo girone con i tre mediocri pareggi che lasciano presagire un mesto ritorno a casa. Poi si torna indietro, a scoprire l’inizio dell’avventura Mundial e le polemiche attorno alla figura di Enzo Bearzot, allenatore-padre senza compromessi per quel gruppo di ragazzi. Il documentario si appoggia sulla presenza di un manipolo di protagonisti (Tardelli, Collovati, Conti, Bergomi, Gentile, Zoff e il gregario Franco Selvaggi, che dopo quarant’anni si prende la scena come uomo spogliatoio e vivace presenza in video) e di vari giornalisti dell’epoca (Sconcerti, Currò, Pastorin) a dare contesto anche culturale al periodo.
Era l’Italia che usciva dagli anni di piombo e si scopriva grande all’improvviso, l’Italia di Pertini che si sarebbe legato a doppio filo alle immagini del trionfo in Spagna, l’Italia che per raggiungere il picco deve venire dal fondo, e forse anche tornarci subito dopo. Ce n’è tanta d’Italia nel documentario, che ripropone bellissimi materiali d’archivio dal ritiro, foto d’epoca, testimonianze di un calcio caotico nella promiscuità tra stampa e squadra che oggi sarebbe impensabile. Il taglio cinematografico e dei valori produttivi di tutto rispetto regalano anche dei momenti surreali e atmosferici come il ritorno all’hotel Puerta del sol di Alassio, mostrato prima nel pieno splendore del ritiro nei filmati d’epoca e poi com’è attualmente, in rovina.
Per il resto, il testacoda tra passato e presente, tra la cronaca e la nostalgia, è saldamente positivo e si snoda su un racconto minuzioso di ognuna delle partite fino alla finale, anche con un livello non scontato di attenzione alla materia puramente calcistica: la tattica, i gesti, gli stati d’animo in campo, grazie alle immagini ripulite e messe a nuovo di provenienza FIFA.

Soprattutto ci sono i giocatori, che alla fine si riuniscono come vecchi compagni di scuola per la finale ma che sono altrimenti ben posizionati drammaturgicamente per le rispettive interviste singole. C’è Collovati con le diapositive, c’è Bruno Conti che inseparabile dalla sua Nettuno ricorda un personaggio manniano, con lo sguardo lungo sul mare. E c’è Gentile in una saletta di proiezione, con l’aria da villain complottista, che sembra non sia mai uscito dal prepartita di Italia-Argentina in cui studiava i video di Maradona. Le loro storie umane, dal legame con il testardo Bearzot alla commovente “storia nella storia” del ritorno di Paolo Rossi dopo la squalifica di due anni, sono il trampolino che consente poi di abbandonarsi all’esaltazione una volta che la cavalcata si fa inarrestabile, e si finisce tutti a cantare “Cuccuruccucù Paloma” di Battiato con Bruno Conti.

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