CUT! ZOMBI CONTRO ZOMBI

CUT! ZOMBI CONTRO ZOMBI

In sala solo il 31 OTTOBRE e il 01-02 NOVEMBRE 2022

La storia si svolge sul set di un film di zombie che vira verso il disastro. Mentre si preparano a girare una scena, vengono sconvolti dall’arrivo dei veri morti viventi.

Un vecchio edificio abbandonato diventa il set di un film di zombie. La troupe è ridotta, ma al suo interno c’è di tutto: dal regista Remi, sempre vicino a perdere il controllo, ai due attori principali, l’intenso e serioso Raphaël e la star dei social Ava. Le scene non funzionano, gli imprevisti abbondano e anche dietro la macchina da presa i tecnici fanno del loro meglio con alterne fortune. Tra le tensioni personali e quelle professionali, il cinema viene comunque prima di tutto anche se la realtà e la finzione iniziano a confondersi.

Il film è francese ma i nomi dei personaggi sono tutti giapponesi, la macchina da presa ogni tanto sembra distrarsi, e la recitazione di certe battute si prolunga in modo curioso. Qual è il motivo?

Sono i misteri del cinema, forma d’arte ultra-preparata che vive però anche del momento e delle circostanze imponderabili. Il risultato finale, quello consegnato ai posteri, deve fare i conti con questa doppia natura e Michel Hazanavicius da anni la indaga, affascinato dai paradossi metatestuali e dagli “ingredienti segreti” che producono la magia del grande schermo.

Per il regista premio Oscar, autore di The Artist e dei primi due episodi della saga dell’agente speciale 117, mimare e ri-contestualizzare i codici dei generi cinematografici è diventata una missione, che con Coupez! raggiunge forse nuove vette tanto di sfacciataggine quanto di ri-appropriazione. Si tratta infatti di un remake di un piccolo film giapponese ormai di culto (One Cut of the Dead) a sua volta ispirato a uno spettacolo teatrale, quindi di originale c’è molto poco. Non l’idea principale, che ha bisogno della piena fiducia dello spettatore per dare giusta ricompensa a una prima parte disorientante e caotica. Né tantomeno il complesso puzzle logistico e di scrittura che deve lavorare a ritroso per sbrogliare la matassa.

Nulla di nuovo, diranno i detrattori di Hazanavicius che gli contestano quel modo di lucidare l’argenteria altrui e spacciarla per sua. Al tempo stesso, però, chi meglio di lui per adattare una trovata così, celebrazione ultima dell’artificio e dell’arrangiarsi prendendo dove si può?

Coupez!, che comunque si assume un rischio mantenendo intatta l’inconsueta struttura del racconto per una platea molto più ampia, ci aggiunge una dimensione di equivoco culturale tra Francia e Giappone (non distante dallo humor preferito di Hubert Bonisseur de la Bath) e la solita vivacità formale del regista, che in Romain Duris trova un perfetto alter ego e che gioca naturalmente anche sulla presenza della moglie Berenice Bejo.

“Rapido, poco caro e dignitoso” è la filosofia del cinema di Remi, regista-protagonista che si situa a metà tra la creatività improvvisata dell’autore originale Shin’ichiro Ueda e quella inevitabilmente più curata e meno spontanea di Hazanavicius. Non c’è dubbio che la comicità e l’astuzia di questo doppio sguardo, davanti e dietro la macchina da presa, funzioni centrando in pieno tanto l’aspetto cameratesco delle relazioni sul set quanto la celebrazione del cinema come sforzo collettivo, come ingranaggio in cui ogni parte è fondamentale. E in cui, come i nani sulle spalle dei giganti, si arriva più in alto grazie a chi è venuto prima di noi.

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