CATERINA CASELLI
UNA VITA, 100 VITE
In sala solo il 13-14-15 DICEMBRE 2021
Il racconto unico e senza tempo di una grande figura della cultura italiana, icona di avanguardia musicale e di costume.
Fine anni Cinquanta, provincia di Modena. Una ragazzina coraggiosa e intraprendente vuole a tutti i costi cantare. Prende lezioni da un maestro di musica, fa gavetta prima nei “teatri vicini alle canoniche” e nelle balere, partecipa ai concorsi per voci nuove. Col gruppo “Gli amici di Caterina Caselli” si fa notare dagli Equipe ’84 da cui è scortata a Roma, a tentare il salto. Basterebbe un incontro fortunato, che infatti avviene: il presidente della Compagnia Generale del Disco (CGD) le offre un contratto. È un editore musicale di origini ungheresi, poliglotta di grande cultura e senso degli affari: Ladislao Sugar (vero nome: Lázló Sugár, in un’intervista tv ne sentiamo pronunciare correttamente il cognome, che non è la parola inglese per “zucchero”). Una manciata di intensissimi anni di Cantagiro, Sanremo, musicarelli, trasmissioni tv con Gaber e Boncompagni, rocamboleschi viaggi in auto per un’Italia che ha voglia di sognare, ballare e avere un vinile da comprare in ogni stagione. E infatti i dischi si vendono a palate.
Dietro la popolarità travolgente, un insieme di fattori. Lo spirito di cambiamento nell’aria di fine Sessanta, la voce rock e melodiosa, sorriso killer, caschetto biondo distintivo, movenze beat, e, tra i molti singoli d’impatto, un po’ di fortuna nel volere due canzoni rifiutate da altri: Nessuno mi può giudicare, che da tango proposto a Celentano si trasforma in inno generazionale protofemminista e shake, e – più tenacemente – Insieme a te non ci sto più, pensato per la band di Maurizio Vandelli e trascritto per lei da Paolo Conte in Si naturale appena prima dell’incisione.
Dopo il matrimonio con Piero, figlio di Ladislao, nel 1970, e la maternità, Caselli si reinventa talent scout. Nel ’77 è a capo della Ascolto, laboratorio d’avanguardia interno alla CGD che produce tra gli altri il primo album da solista di Mauro Pagani e !1978 Gli dei se ne vanno, gli arrabbiati restano! degli Area. E poi Sugarmusic, fino alle scoperte di Andrea Bocelli, Elisa, Negramaro e molti altri.
Scritto da Renato De Maria e Pasquale Plastino, più che “su”, un film “di” Caterina Caselli: figura unica, potente e autorevole dello show business finora poco esposta e visibile.
Complice il desiderio di rendere merito al solido talento di una storica impresa familiare (tra i produttori, la Sugar Play di Filippo Sugar e Elisabetta Biganzoli) si decide a ricordare, a tornare alle radici e raccontarle all’obiettivo dell’autore di Paz!, La prima linea, Amatemi, Lo spietato. Lo fa con la ieraticità di un’imperatrice bizantina e la stessa appassionata, energica determinazione della ragazza libera ed emancipata che nella prima scena passa in prova da “Nessuno mi può giudicare” a “Sono qui con voi” (“Baby Please Don’t Go”, pezzo anni ’30 ripreso dai Them di Van Morrison a metà anni ’60).