ARE YOU PROUD?
In sala solo il 06-07-08 GIUGNO 2022
Are you proud? racconta la storia e la varietà dei Pride in Gran Bretagna, il paese che più di ogni altro ha vissuto la contraddizione tra la libertà di esprimere la propria sessualità e le leggi omofobe, oggi diventata la nazione che ospita il maggior numero di Pride.
La scelta di concentrarsi sul Regno Unito è motivata dal fatto che oggi sia la nazione che ospita più Pride di ogni altra.
Il documentario non è solo una successione di testimonianze originali e filmati tratti dalle cronache dagli anni ’70 ad oggi, ma costituisce un ottimo stimolo di discussione e di sensibilizzazione sul tema degli human rights in generale.
Voci e notizie si susseguono per 90 minuti affrontando le prese di posizione sui diritti delle persone LGBTQ e delle minoranze da parte dell’establishment istituzionale, quasi sempre in contrapposizione con quelle dei manifestanti.
L’attenzione prevalentemente al mondo britannico è uno spunto di riflessione applicato a un paese catalizzatore di culture diverse, che più di ogni altro si è in passato confrontato con la miscela di culture e modelli. Il film è dunque un ottimo spunto anche per riflettere sulla necessità dell’integrazione.
Il documentario LGBTQ+ non è solo una successione di testimonianze originali e filmati tratti dalle cronache dagli anni ’70 ad oggi, ma costituisce un ottimo stimolo di discussione e di sensibilizzazione sul tema degli human rights in generale.
Voci e notizie si susseguono per 90 minuti affrontando le prese di posizione sui diritti delle persone LGBTQ+ e delle minoranze da parte dell’establishment istituzionale, quasi sempre in contrapposizione con quelle dei manifestanti.
L’attenzione prevalentemente al mondo britannico è uno spunto di riflessione applicato a un paese catalizzatore di culture diverse, che più di ogni altro si è in passato confrontato con diversi modelli di integrazione.
I racconti iniziano dalla testimonianza di un veterano della Seconda Guerra Mondiale che a 96 anni ricorda ancora gli anni del conflitto e della sua paura di essere scoperto. La sua vita è stata in seguito segnata dagli anni della copertura, atteggiamento comune ai moltissimi che non potevano essere scoperti, pena l’emarginazione e la discriminazione.
In seguito si passa ai filmati di Soho degli anni ’60 dove si dichiarava come uomini che ballavano con altri uomini fossero un sintomo di rivolta. Erano gli anni in cui il progresso dal punto di vista legislativo era spesso contrastato dalle azioni della polizia.
I momenti di tensione sono raccontati dalla gente comune e dalle star di quegli anni. Le testimonianze riportano di adescatori in borghese che attraevano i gay per poterli poi accusare. Erano noti come le famigerate “Beverly Sisters”, poliziotti di bell’aspetto che adescavano in incognito. La legge che perseguitava gli omosessuali, la stessa che portò alla incarcerazione di Oscar Wilde nel 1895 fu abrogata solo nel 1967.
Il racconto degli anni 70 del Novecento si concentra sul Gay Liberation Front, per arrivare poi negli anni ’80 alle feste dell’orgoglio LGBT a cui fanno eco le affermazioni di attacco di Margareth Tatcher e alla Clause 28 del Local Government Act che obbligava le autorità locali a “non promuovere intenzionalmente l’omosessualità o “promuovere l’insegnamento in qualsiasi scuola finanziata dallo stato dell’accettazione dell’omosessualità come pretesa relazione familiare”.